ho ereditato dai miei un immobile costruito nel 1953 (in puglia) con regolare licenza edilizia rilasciata dal comune. successivamente nel 1959 e' stata aumentata la volumetria per una superficie di 20mq a danno della distanza (mt. 1,50 esistente oggi) dal confine. purtroppo non sono stati sfruttati i condoni che si sono succeduti. recentemente ho fatto l'aggiornamento catastale depositando la pianta dello stato dei luoghi ad oggi al catasto, mentre al comune non e' stato fatto nessun aggiornamento. certamente la situazione al catasto e' in contraddizione con quella del comune. a questo punto cosa mi conviene fare per sanare l'illecito edilizio e ristrutturare l'immobile ( cambiando anche la disposizione degli ambienti e quindi demolizione e ricostruzione delle pareti).? per favore aiutatemi in quanto non intendo lasciare ai posteri una situazione cosi come l'ho ereditata io. grazie
Geometra
ho ereditato dai miei un immobile costruito nel 1953 (in puglia) con regolare licenza edilizia rilasciata dal comune. successivamente nel 1959 e' stata aumentata la volumetria per una superficie di 20mq a danno della distanza (mt. 1,50 esistente oggi) dal confine. purtroppo non sono stati sfruttati i condoni che si sono succeduti. recentemente ho fatto l'aggiornamento catastale depositando la pianta dello stato dei luoghi ad oggi al catasto, mentre al comune non e' stato fatto nessun aggiornamento. certamente la situazione al catasto e' in contraddizione con quella del comune. a questo punto cosa mi conviene fare per sanare l'illecito edilizio e ristrutturare l'immobile ( cambiando anche la disposizione degli ambienti e quindi demolizione e ricostruzione delle pareti).? per favore aiutatemi in quanto non intendo lasciare ai posteri una situazione cosi come l'ho ereditata io. grazie
5 Risposte
Buongiorno,
Innanzitutto devo smentire quanto scritto da Antonio (spero non me ne voglia). Nessuna legge regionale può "prevalere" su norme dello Stato (codice civile), quindi se anche il piano casa della Regione Puglia dovesse prevedere una distanza dai confini inferiore di quella stabilita dal codice civile, per una questione di gerarchia delle fonti, l'immobile è da ritenersi non conforme.
Inoltre non vi è prescrizione negli abusi edilizi, nemmeno se fossero trascorsi 100 anni.
La domanda che mi sorge spontanea è la seguente: la ristrutturazione che intende fare, prevede la remissione in pristino delle parti edificate a 1,5 metri dai confini? Mi spiego, a seguito della ristrutturazione che ha in mente, avremmo una situazione in cui si rispettano le norme urbanistiche?
In caso affermativo basterà presentare un progetto che parta dall'ultimo stato di progetto approvato, ergo lo stato di fatto sarà solo un brutto ricordo.
In caso volesse sanare la situazione attuale per conservare i volumi edificati con difetto di distanza, bisognerà richiedere sanatoria dimostrando l'impossibilità di abbattimento delle parti dell'immobile edificate in abuso senza nocumento della parte di fabbricato che rispetta gli strumenti urbanistici, pagando una sanzione pari al doppio del costo di riproduzione.
In ogni caso è stato un errore procedere all'accatastamento prima di aver sanato gli atti al Comune, e trovo assurdo che un tecnico le abbia consigliato di farlo.
La saluto cordialmente
Dott. Geom Marco Magistretti
salve
i suoi dubbi sono leciti Volume residuo non c'è. Cosa intende per caratteristiche dell'abuso?. I tecnici da me consultati mi hanno suggerito:
1) di non andare in comune ad accendere fuochi visto che per 50 anni il tutto e' rimasto tranquillo.
2) presentare una scia per la variazione della disposizione interna degli ambienti senza fare alcuna sanatoria. nessun tecnico mi ha saputo dire a quanto ammonterebbe l'importo della sanatoria per una superficie di 20mnq e se la spesa vale l'impresa. detto questo c'e' a mio parere da tener conto di due normative:
1) abuso avvenuto ante 67
2) il piano casa puglia, mi pare, che prevalga su ogni normativa del piano regolatore generale e sulle norme tecniche urbanistiche di applicazione, quindi la prescrizione di eventuali abusi. lei cosa ne pensa?
grazie
saluti
antonio
salve
i suoi dubbi sono leciti. i tecnici da me consultati mi hanno suggerito:
1) di non andare in comune ad accendere fuochi visto che per 50 anni il tutto e' rimasto tranquillo.
2) presentare una scia per la variazione della disposizione interna degli ambienti senza fare alcuna sanatoria. nessun tecnico mi ha saputo dire a quanto ammonterebbe l'importo della sanatoria per una superficie di 20mnq e se la spesa vale l'impresa. detto questo c'e' a mio parere da tener conto di due normative:
1) abuso avvenuto ante 67
2) il piano casa puglia, mi pare, che prevalga su ogni normativa del piano regolatore generale e sulle norme tecniche urbanistiche di applicazione, quindi la prescrizione di eventuali abusi. lei cosa ne pensa?
grazie
saluti
antonio
Buon giorno, il problema non è la distanza dal confine, che è stato ormai acquisita per usucapione, è invece necessaria la sanatoria con il Comune, da farsi a regime se la volumetria in più è sanabile. Le consiglio di rivolgersi ad un tecnico del luogo che verifichi la pratica con riferimento al PRG attuale e alle norme del '59:) Cordiali saluti Giovanni Romizi
Notizie così "scarse" non permettono un consiglio "puntuale", ecco il motivo per cui nessuno ha fin'ora risposto. Le opportunità possono essere tantissime e pochissime, dipende da molteplici fattori quali: regolamento edilizio comunale, eventuale disponibilità di volumetria residua, caratteristiche dell'abuso, etc., etc... Non sarebbe meglio rivolgersi ad un tecnico del tuo paese e verificare con lui le possibilità di sanare l'abuso? Chi meglio di lui potrebbe consigliarti?
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