PANNELLI FOTOVOLTAICI

L’energia in esubero che il suo impianto produce istante per istante può essere:

a) venduta in rete a un prezzo ridicolo

b) immagazzinata in un sistema di accumulo

Nel caso a) sul prezzo di vendita deve pagare le tasse. Faccio un esempio vende a 20 centesimi a kWh (che le fanno reddito irpef) e poi quando le serve ricompra a 50 centesimi a kWh (il costo nominale è inferiore ma grazie a balzelli, iva, trasporto, addizionali ecc il costo reale è quello).

Con l’accumulo immetterà in rete solo quello che non riesce ad accumulare e comprerà dalla rete solo nei picchi di consumo.

Mediamente il 95% dei fabbisogni sono coperti con l’accumulo.

A MARCO CHIEDO: ALLORA SE NON C'E' CONSUMO DI CORRENTE ALL'INTERNO DELLA CASA, COSA CONVIENE FARE?

SUGGERISCIMI LA SOLUZIONE PIU' VANTAGGIOSA. GRAZIE

AL SIG. QUERIN

SE L'IMMOBILE NON E' ABITATO COSA CONVIENE FARE.?

GRAZIE

concordo con la risposta, il pagamento dell'energia immessa potrebbe essere inferiore alle aspettative, per quanto possibile conviene, terminati i conti energia del passato, l'autoconsumo riducendo l'immissione in rete

Lei tramite la convenzione di scambio sul posto scambia con l'enel l'energia in eccesso prodotta dal suo impianto che le viene pagata a prezzi "di mercato" .

Volendo si può accumulare parte dell'energia elettrica prodotta in surplus o con una pompa di calore per acqua sanitaria (e avrà acqua calda) o con un batterie per accumulo elettrico è avrà energia elettrica per la notte per esempio.

Fondamentali sono i calcoli di convenienza economica basati sul suo profilo di consumi attuali o futuri.

Saluti

buona giornata